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ALIMENTAZIONE E DIETE

farmaci

L'effetto dei farmaci può diminuire se vengono assunti con alcuni cibi. Altre volte, invece, può diventare troppo potente. Quindi, meglio prenderli solo con dell'acqua.

Sapevi che mangiare troppa liquirizia può ridurre gli effetti dei farmaci che vengono utilizzati per combattere l'ipertensione? O che i cavolini di Bruxelles riducono l'efficacia degli anticoagulanti? Si tratta soltanto di alcuni esempi dell'alterazione dell'azione di un farmaco di fronte alla presenza di alcuni nutrienti. Questo fenomeno - denominato interazione - può provocare addirittura un effetto terapeutico contrario rispetto a quello atteso e desiderato del farmaco assunto.

Possono diventare inefficaci.
Quando assumi un farmaco questo segue un percorso abbastanza articolato all'interno dell'organismo, attraverso una serie di distinte fasi e precisamente: la fase di assorbimento, di distribuzione, di metabolismo e infine di eliminazione. Il processo appena descritto prende il nome di farmacocinetica. Durante questo percorso l'organismo lo assorbe ma. in base agli alimenti ingeriti prima, durante o dopo, il suo effetto può cambiare in un senso o in un altro. Accade per esempio con:

Antibiotici: l'organismo può non assorbirli correttamente se vengono assunti insieme a del latte o a particolari alimenti che provocano acidità gastrica come il succo di arancia, di limone o di pompelmo. Nel caso in cui gli antibiotici contengano penicillina, questa potrebbe subire alterazioni, così è importante leggere prima il foglietto illutrativo.

Anticoagulanti orali: l'assunzione di cavolini di Bruxelles, cavolfiore, cavolo, cappuccio o broccoli (appartenenti alla famiglia delle crucifere) può ridurre l'efficacia dei farmaci più usati per trattare i problemi di coagulazione. La stessa cosa accade con altri alimenti ricchi di vitamina K come la lattuga, gli spinaci, la barbabietola, i piselli o il tè verde. Infatti la vitamina K è essenziale per attivare il processo di coagulazione.

Diuretici: così come succede con i farmaci che regolano la pressione, non devono essere abbinati alla liquirizia o al suo estratto perchè può ridurre notevolmente i loro effetti.

E per quanto riguarda i disturbi che richiedono una medicazione più specifca bisogna riporre ancora più attenzione:

Cancro al seno: le pazienti affette da questa malattia che assumono antiestrogeni devono moderare l'ingestione di soia perchè i fitoestrogeni contenuti in questo legume riducono l'efficacia del trattamento.

Malattie psichiatriche: per alcuni disturbi mentali, come per esempio la schizofrenia , vengono usati farmaci che possono subire alterazioni se contemporaneamente si assumono cibi a base di soia.

Osteoporosi: I bifosfonati usati per combattere la riduzione della massa ossea riducono i loro effetti se vengono assunti con latticini e devono essere assunti solo a stomaco vuoto.

Ulcera gastrica: se viene curata con farmaci a base di sucralfato non bisogna mangiare troppi alimenti ricchi di proteine animali (carne, pesce o latticini) perchè riducono l'assorbimento. L'ideale sarebbe prendere il farmaco a stomaco vuoto oppure due ore prima dei pasti principali.

E SE PROVOCANO L'EFFETTO OPPOSTO?

A volte i cibi non solo diminuiscono le proprietà del farmaco; in alcuni casi il suo effetto subisce delle modifiche se un alimento interviene nel meccanismo di azione del medicinale (farmacodinamica) il che significa che alcuni suoi componenti creano interferenze:

Acne: in alcuni casi vengono prescritti degli antibiotici a base di tetraciclina, tuttavia i latticini possono neutralizzare la sua azione. Per questo è meglio assumerli solo con acqua.

Allergie: il succo di pompelmo aumenta la tossicità di alcuni farmaci come, per esempio, quelli usati per combattere le allergie (tra cui la terfenadina, l'astemizolo o la cisapride).

Depressione: se il trattamento è a base di farmaci che contengono litio è bene non ridurre il sale nell'alimentazione perchè una carenza di sale fa accumulare nell'organismo troppo litio, che può diventare tossico. Quindi è opportuno mantenere una dieta con un'adeguato contenuto di sodio.

Malattie polmonari: i broncodilatatori che contengono teofillina (per rilassare i muscoli e permettere alle vie respiratorie di aprirsi) possono provocare insonnia e nervosismo se vengono assunti insieme al caffè, tè o altre bevande a base di caffeina.

Gravidanze indesiderate: se assumi degli anticoncezionali orali insieme all'erba di San Giovanni (Iperico) gli effetti della pillola diminuiscono e, di conseguenza, aumentano le probabilità di rimanere incinta.

Ipertensione: alcuni farmaci betabloccanti vengono usati per trattarla (soprattutto atenololo, celiprololo, talinololo) e possono modificare la loro azione se insieme si beve del succo di pompelmo. Ricorda quindi che è sempre meglio assumerli solo con un po' di acqua.

Disturbi cardiaci: se per curare cardiopatie con fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, coronaropatie si usa la digossina, bisogna fare attenzione alla quantità di fibra ingerita con i cibi (vegetali, frutta secca, cereali integrali), altrimenti il farmaco viene eliminato prima che possa agire.

ALTRE PRECAUZIONI DA OSSERVARE

  • Leggi attentamente il foglietto illustrativo dei farmaci e, se hai dei dubbi, consulta uno specialista o un farmacista.
  • Chiedi al medico che ti spieghi le interazioni dei vari alimenti con i farmaci che ti vengono prescritti.
  • Se si tratta di capsule o di compresse non assumerle con bevande calde. L'azione del calore fa sì che queste vengano diluite più velocemente del dovuto.
  • Non abbinare gli integratori vitaminici ai farmaci perchè a volte possono interagire con questi ultimi.
  • Non bere alcol durante il trattamento anche se, secondo te, si tratta di una terapia molto blanda.
  • Se hai effetti indesiderati prendendo un farmaco, consulta immediatamente lo specialista specificando, con precisione, che cosa hai mangiato di recente.

(tratto da: Saper Vivere n.1 2012)

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