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allergie al polline

Quest'anno, complice il clima anomalo, i primi pollini sono arrivati dopo. Ma attenzione: si diffonderanno in modo più intenso.

Grazie al freddo intenso di quest'anno gli allergici hanno tirato un sospiro di sollievo. Le basse temperature dello scorso periodo, infatti, hanno ritardato la comparsa dei primi pollini che cominciano di solito a circolare già a febbraio.

Adesso che fa più caldo, però, ci si deve aspettare in breve tempo una diffusione di pollini "invernali" da non sottovalutare. Ecco come individuare i nemici di inizio primavera e quali provvedimenti adottare.

LE PIANTE CHE FIORISCONO TRA FEBBRAIO E MARZO

Quando si pensa ai pollini è automatico prendere in considerazione le piante che provocano fastidi in primavera, come per esempio le graminacee. Tuttavia i pollini possono dare fastidio anche nell'ultimo periodo dell'inverno, quando iniziano a fiorire molti alberi che possono provocare disturbi alle persone particolarmente sensibili.

"Betulla, ontano, nocciolo, cipresso e carpino sono i principali responsabili delle forme allergiche che si manifestano tra febbraio e marzo", dice il professor Claudio Ortolani, direttore dell'Istituto allergologico lombardo di Cesano Boscone (MI).

"Quest'anno la produzione di pollini è iniziata in ritardo per le basse temperature che si sono registrate nelle scorse settimane, ma già adesso i primi sintomi iniziano a farsi sentire. I disturbi si prolungheranno probabilmente per tutta la primavera inoltrata, perchè questi alberi liberano i loro pollini fino al mese di maggio.

IN CITTA', SI SOMMANO SMOG ED EFFETTO SERRA

Sempre più spesso persone adulte che non hanno mai avuto problemi diventano allergiche. La causa è una predisposizione genetica, che si manifesta però in seguito all'esposizione ripetuta a sostanze che favoriscono la comparsa delle allergie.

Anche alcuni fattori ambientali possono contribuire a diffondere questa sensibilità. "A causa dell'effetto serra, nelle città si registrano temperature medie e concentrazioni di anidride carbonica più alte che nelle aree rurali. Il risultato è che le piante si sviluppano maggiormente, producono una quantità di polline superiore e hanno un periodo di pollinazione più lungo. Il polline, inoltre, contiene una maggiore concentrazione di allergeni", spiega il professor Ortolani.

Le polveri sottili protagoniste dell'inquinamento delle grandi città, inoltre, favoriscono la sensibilizzazione allergica e il peggioramento dei sintomi dell'asma perchè gli allergeni si coniugano alle particelle inquinanti, raggiungendo più facilmente bronchi e polmoni. Alcune piante presenti in città e di solito poco allergeniche, come il tiglio, il faggio e il platano, infine, in primavera "sommano" i loro pollini a quelli più fastidiosi e alle polveri sottili, facendo peggiorare i sintomi di chi è allergico.

I SINTOMI DA RICONOSCERE

I pollini invernali causano gli stessi disturbi delle piante tradizionalmente allergeniche, cioè raffreddore e occhi rossi. A questi possono aggiungersi sintomi più intensi come asma, tosse secca e respiro sibilante.

Chi ha già avuto a che fare con questo problema riconosce subito i primi segnali. Può succedere, però, di non sapere di essere allergici e di trovarsi di fronte a disturbi "strani", che possono essere confusi con quelli dei malanni di stagione.

"Il raffreddore allergico provoca muco trasparente e liquido, starnuti ripetuti soprattutto quando si è all'aperto, prurito al naso. Inoltre si protrae per più di 7-10 giorni e non passa utilizzando anti-infiammatori. Il raffreddore virale, invece, dà muco denso e giallognolo, dura al massimo una settimana, può causare febbre", spiega il dottor Fabrizio Pregliasco, ricercatore del dipartimento di Sanità pubblica, microbiologia e virologia della facoltà di Medicina e chirurgia all'università degli Studi di Milano.

COME LIMITARE I FASTIDI?

La soluzione migliore per limitare i fastidi è ridurre il contatto con i pollini. L'ideale, ma non sempre possibile, sarebbe rimanere a casa o in ufficio con le finestre chiuse. Se si esce in macchina, può essere utile montare un filtro antipolline sull'impianto di condizionamento. Attenzione, però, a far cambiare spesso i filtri.

Quando ci si muove a piedi, è meglio evitare i parchi e i giardini dove ci sono gli alberi che danno fastidio. Eventualmente, può essere utile mettere una sciarpa sulla bocca e sul naso per ridurre la quantità di pollini e di polveri sottili (che possono far peggiorare i sintomi) respirate.

In casa si può utilizzare un aspirapolvere con filtro Hepa antipolline ed è consigliabile non alzare troppo il riscaldamento.

Infine attenzione alle seconde case. "Uno studio dello scorso anno ha dimostrato che nella polvere di casa si possono trovare pollini anche a sei mesi di distanza dalla fine della fioritura. Questo spiegherebbe gli attacchi allergici fuori stagione, soprattutto quando si riapre una casa delle vacanze a mesi di distanza", dice il professor Ortolani.

(tratto da Viversani e Belli n. 11  2012)

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