NOI E LA NOSTRA MENTE

SE COMBATTI I TUOI "LATI BRUTTI"
li costringi a ripresentarsi più forti

Più cerchi di cambiarli, più li amplifichi. Come un orologio rotto, finisci per ribattere sempre sui tuoi punti deboli, proprio quelli che vorresti eliminare. Il perfezinismo blocca la tua evoluzione, come un orologio che non riesce ad andare avanti.

 E RISCHI ANCHE DI AMMALARTI

Freni l'energia e lei finisce per rivolgersi contro di te.  I lati di te che non esprimi sono forze ineliminabili che finiranno per agire per conto loro, anche contro di te o meglio contro i blocchi che tu hai messo loro davanti. Come le piante tenute lontane per troppo tempo dalla luce di ammalano, cos' queste forze diventano disagi e infine patologie. E' una legge di natura: le energie non usate ristagnano: ti fanno impantanare e ti tirano a fondo.

Se ti pare di fare sempre gli stessi errori non devi pensare che ci sia qualcosa di sbagliato in te. Al contrario, è proprio perchè continui a inseguire un modello di perferzine, un ideale - di amore, di lavoro, di coppia, di amicizia - che produci continuamente sforzi in direzioni sbagliate.

bloccare le lancette dell'orologio con un dito

Prova a immaginare di fermare con un dito la lancetta di uno di quei grossi orologi da muro: il meccanismo continua a spingere, sussulta, scatta, freme. Ma la lancetta ribatte sul dito, sempre nello stesso punto e non avanza. Con il lati di te che non ti piacciono e che provi a cambiare o migliorare, succede proprio la stessa cosa: più cerchi di correggerti in un punto, più ti sentirai mancante proprio in quel punto, bloccando lì tutte le tue energie.

Come funziona. Ad esempio, vergognarsi dei propri scatti d'ira, sentirsi in colpa, prendere quello che è solo un lato che si affaccia ogni tanto e trasformarlo nel "tuo problema" significa iniziare a vederlo dappertutto, fino a pensare: " Sono sempre arrabbiato! Che problema ho? Devo curarmi, migliorare, devo andare dallo psicologo... " Vergognarti della timidezza che provi di fronte agli altri, sforzandoti di essere diverso, significa trasformarl in un mostro che compare appena metti il naso fuori di casa: quando ti trovi solo con qualcuno può diventare ansia, farsi sentire male. E pensi: "Perchè non riesco a dire niente di interessante? Sono un impiastro, forse ho avuto un problema da bambino? Devo conoscermi meglio, scavare, tirare fuori che cosa mi ha reso così sbagliato, così diverso dagli altri".

Ruba la gioia di vivere. E' come se riducessi la tua identità proprio al difetto che vorresti correggere. Non lo digerisci mai. Più lo rifiuti, più ti sensibilizzi verso le emozioni che lo segnalano e le vedi ovunque, ti pare tornino sempre, ti ossessinano. Alla fine ti identifichi e dici: "Sono sempre in ansia"; "Non ho mai forza di volontà"; "Sono meschino e invidioso!"; "Sono un traditore!"; "Faccio sempre gli stessi errori"; "Sono timido, è il mio grande difetto".
Questo effetto di continuità è un illusione: sei tu che tieni bloccato l'orologio interiore, dicendo alle emozini che giudichi "sbagliate": "Voi non passerete da qui!". Se togliessi quel dito puntato contro di te, il problema durerebbe un secondo, perchè nell'interiorità tutto è fluido e cangiante e niente permane fisso e identico come un blocco di marmo. Cos' invece lo fai durare, anche per tutta la vita, fino a farti rubare la gioia di vivere.

(tratto da Riza - n.368 2011)

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