SALUTE

orecchio

Insieme a ipoacusia (riduzione dell'udito) e acufeni (ronzii), le vertigini sono uno dei sintoni di una malattia dell'orecchio interno: la sindrome di Ménière, un disturbo che interessa lo 0,2% della popolazione italiana.

In genere inizia da uno dei due lati e, nel 50% dei casi, può colpire anche l'altro orecchio entro un periodo di tempo che può arrivare fino a 30 anni. Ecco di cosa si tratta e come affrontare il problema.

Come è fatto l'orecchio.
L'orecchio si suddivide in esterno, medio e interno. Le prime due parti sono deputate alla percezione uditiva, mentre nella terza le strutture uditive sono connesse con quelle dell'apparato vestibolare, responsabile dell'equilibrio. Gli organi dei due apparati sono situati all'interno di una rete di piccoli canali, il labirinto osseo e il labirinto membranoso, che si trovano dietro l'osso temporale. I dotti del labirinto sono pieni di un liquido detto enolinfa, mentre gli spazi esterni sono pieni di perilinfa. Al loro interno si trovano le cellule ciliate, sofisticate strutture specializzate nella trasformazione degli stimoli generati dalle vibrazioni sonore o dal movimento della testa in segnali nervosi.

La sindrome di Ménière.
La causa della sindrome di Ménière è ancora sconosciuta ma si sa che è dovuta a un accumulo di endolifa, con conseguente dilatazione del labirinto membranoso, in grado di scatenare il disturbo. La malattia si manifesta con periodici attacchi di vertigini, acufeni, sensazione di orecchio ovattato e diminuzione dell'udito dal lato interessato.
In genere, le crisi sono precedute da un senso di ovattamento e aumento dell'acufene, mentre la durata è molto variabile, in quanto può essere di alcune ore, così come la frequenza dell'attacco. Al termine dell'episodio, la persona ha un senso di stordimento e di affaticamento, proporzionale all'intensità della crisi. A questi sintomi si aggiunge una componente psicosomatica e ansiogena: infatti, lo stress o uno stato di eccessivo affaticamento dell'organismo può favorire la comparsa di una crisi.

Può trasformarsi in un tormento.
La maggior parte delle persone con la malattia Ménière vive il problema in modo drammatico oichè gli attacchi tipici, soprattutto le prime volte, possono essere vissuti con estrema paura. Oltre alla vertigine, infatti, è presente anche un senso di impotenza e spossatezza che indice da livello fisico e psicologico tanto che, con il tempo, il problema può dare origine a un disturbo di ansia. In pratica si innesca un circolo vizioso in cui la persona sta male sia durante la crisi, sia nei periodi di benessere, in quato vive nell'attesa dell'episodio successivo. Nei casi più seri, si può arrivare anche a rifiutare una vita sociale normale per paura di sentirsi male fuori casa.

I DUE ESAMI PRINCIPALI

La diagnosi di malattia di Ménière viene fatta sulla base della storia del malato (anamnesi) e dei dati ottenuti con due test: l'esame audiometrico e quello otoneurologico, che si eseguono in ambulatorio e senza anestesia.

Audiometrico.
E' l'esame più importante per scoprire la presenza della sindrome di Ménière, perchè consente di valutare come vengono percepiti i suoni. In questo modo è possibile stabilire se il deficit uditivo è dovuto a un danno a carico degli organi dell'apparato di trasmissione dei suoni (condotto uditivo esterno, membrana del timpano, cassa timpanica e catena degli ossicini) oppure a un danno all'orecchio interno e/o del nervo acustico.

Otoneurologico.
L'esame otoneurologico si basa sulla prove di postura, cioè di mantenimento dell'equilibrio, e di funzionalità dei nervi cranici e del cervelletto.

ALTRI ACCERTAMENTI UTILI

Altri esami importanti per stabilire se gli organi dell'equilibrio funzionano bene sono la ricerca del nistagmo, la stimolazione calorica e la risonanza magnetica cerebrale.

  • Il nistagmo può essere definito come un movimento ritmico più o meno regolare degli occhi, incosciente e involontario. Poichè il sistema vestibolare è strettamente collegato con i muscoli responsabili dei movimenti oculari, una sua alterazione si manifesta con un movimento de bulbi oculari che si chiama appunto nistagmo.
  • La stimolazione calorica permette di studiare l'integrità del sistema dell'equilibrio. Il medico procede all'irrigazione dei condotti uditivi esterni alternativamente con 250cc di acqua a 44°C e a 30°C. In una persona normale questa stimolazione determina la comparsa di nistagmo (e quindi di vertigine) simmetrico nei due lati.
  • La risonanza magnetica cerebrale infine, è un esame che serve a escludere la presenza di altre malattie a livello della testa.

SI CONTROLLA CON I FARMACI

L'attacco acuto si cura con l'uso di farmaci come gli antiemetici, cioè in grado di eliminare alcuni sintomi come nausea e vomito. Per quanto riguarda l'uso dei diuretici, esistono pareri molto discordanti sulla loro reale utilità. In caso di utilizzo, comunque, è consigliato un attento controllo da parte del medico della pressione sanguigna e dei livelli di sodio e potassio nel sangue. Per ridurre la comparsa della sindrome di Ménière è importante seguire anche alcune norme di igiene alimentare: la dieta che viene generalmente consigliata è povera di sale, in modo da ridurre la ritenzione idrica.

(tratto da: Viversani e Belli n. 50 - dicembre 2011)

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