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SALUTE

Vino rosso, alcool etilico

 

di SILVIO GARATTINI - 15/11/2018

Un bicchiere di vino al giorno non toglie il medico di torno: contrariamente a quanto si ha interesse a far credere (soprattutto da parte delle industrie produttrici) non è vero che un po' di alcol, magari di vino rosso, faccia bene alla salute per via del resveratrolo, sostanza chimica capace di diminuire la formazione di coaguli sanguigni.

Come dimostrano anche gli ultimi studi "Nessun consumo di alcol migliora la salute" e "Non ci sono concentrazioni innocue di alcol". I consumi in Italia sono in diminuzione ma c'è ancora molto da fare. Ridurre il consumo di alcol significa fare prevenzione.

L'alcol etilico è una sostanza chimica che accompagna la storia dell'uomo e di tutte perché le etnie perché è presente in una serie di bevande che fanno parte dell'alimentazione. Tuttavia in molti casi l'alcol può diventare un fattore di rischio per molte malattie e addirittura una droga con le caratteristiche di dipendenza e astinenza.

Nella popolazione esiste l'idea generale che un po' di alcol faccia bene alla salute, che un po' di alcol faccia bene alla salute, soprattutto se si tratta di vino rosso.
A supporto di tale convinzione vi sono molte notizie, spesso enfatizzate dalle industrie produttrici, come ad esempio il cosiddetto "paradosso francese": un buon consumo di vino e, contrariamente alle attese, una relativamente bassa frequenza di infarti cardiaci. In aiuto a tale "paradosso" era venuta l'identificazione nel vino rosso del resveratrolo, una sostanza chimica capace di diminuire la formazione di coaguli sanguigni.

Una spiegazione presto abbandonata, perché per avere concentrazioni attive di resveratrolo nell’uomo sarebbero necessarie decine di litri di vino e quindi dosi tossiche di alcol. Indipendentemente da questa spiegazione, alcuni studi clinici avevano comunque evidenziato che due bicchieri di vino al giorno potevano esse re utili per diminuire il rischio di malattie cardiovascolari.

Consumi e linee guida

Tuttavia, anche questi dati sono stati ridimensionati perché autorevoli linee guida indicano che non si dovrebbero assumere più di 100 grammi di alcol alla settimana, il che vuoi dire poco meno di un litro di vino di gradazione alcolica media.
La storia che stiamo raccontando purtroppo non finisce qui perché altri lavori scientifici apparsi recentemente rimettono tutto in discussione. Il titolo di uno di questi articoli dice testualmente: "Nessun con sumo di alcol migliora la salute", a cui fa seguito l'informazione del Chief Medical Officer del Regno Unito che afferma: "non ci sono concentrazioni innocue di alcol".

Queste affermazioni sono sostenute da una serie di studi che indicano come l'alcol sia una sostanza cancerogena nell'uomo e proprio per questa ragione non vi può essere una soglia, cioè una dose che non rappresenti un fattore di rischio. In Italia il consumo di alcol è in diminuzione sia per i maschi che per le femmine.

Nel 1990 i maschi bevevano in media 6,1 bicchieri al giorno, mentre nel 2016 erano 4. Le femmine nello stesso periodo di tempo sono passate da 3,5 bicchieri a 2,1. La percentuale di persone che consumano alcol è oggi del 59 percento per le femmine e dell'80 percento dei maschi.

La mortalità attribuita all'alcol è di 41.000 persone all'anno (28.000 maschi e 13.000 femmine).
È significativo l'aumento del consumo di alcol alla domenica, come pure è in aumento il numero di giovanissimi che consumano alcol. Ne sanno qualcosa i Pronto Soccorso!

C'è quindi ancora molto da fare, perché ridurre il consumo di alcol significa fare prevenzione, una risorsa ignorata nel nostro Paese.
In conclusione, occorre ritenere l'idea che l'alcol fa male e che perciò con buon senso occorre ridurne il consumo il più possibile.

Tratto da Negri News 179 - Mensile dell’IRCCS Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri - Anno XLXI, n. 1, gennaio 2019

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