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NOI E LA NOSTRA MENTE

coppia

Tu, lui e... voi due. In ogni coppia occorre che tutti e tre questi ambiti siano rispettati. Quante cose bisogna fare "assieme" e quanto spazio va lasciato all'autonomia? Decidetelo assieme.

E' il sogno di molti: trovare un partner che, oltre a ricambiare l'amore che proviamo per lui, abbia tante affinità con noi; modi di sentire, di vivere il tempo, di guardarsi dentro, di divertirsi e di ricercare. Ma non è solo un sogno: in tanti casi, all'inizio di una storia, la cosa sembra fattibile.

L'entusiasmo dei primi tempi fa volare i due innamorati, che si sentono in gran sintonia. Tuttavia spesso basta attendere quanlche tempo per ritrovare questa stessa coppia in grande difficoltà: subentrano malcontento, insofferenza e incomprensione reciproca, in uno sforzo di adattamento che può farsi logorante.
Ma perchè le cose vanno così? Pur nella gran diversità delle situazioni, molti commettono un semplice errore "tecnico", cioè non sono capaci di modulare la condivisione del tempo e dello spazio all'interno della coppia.

I simbiotici e gli estranei. Si va da un'estremo all'altro. Ci sono quelli che fin dai primi tempi fanno tutto insieme: condividono qualsiasi cosa e dove c'è l'uno c'è anche l'altra. Ma questa condivisione totale si trasforma in breve tempo nel fatto che si fa solo quello che si può fare insieme, cioè si segue una sorta di minimo comune denominatore, da cui vengono escluse tutte le attività che non interessino a entrambi, tagliando così fuori un bel pezzo della realtà individuale di ognuno.
E ci sono quelli che fanno l'esatto contrario, soprattutto dopo che iniziano a vivere insieme e nascono i figli: gli interessi personali vengono separati nettamente dalla vita in comune e si condividono soltanto le cose funzionali, legate ai doveri familiari, con l'inevitabile conseguenza di diventare quasi due sconosciuti l'uno all'altra, associati mentalmente all'idea della fatica e della ruotine.

Gli errori da non fare. Alcuni attuano una variante a quest'ultimo atteggiamento: condividono fra loro solo quel che vivono con gli amici, in compagnia, dando origine al contempo una realtà parallela a parte, strettamente individuale e talora segreta, di cui l'altro no sa niente e in cui viene sviluppata una nuova personalità che contrasta con quella presente in coppia. In pratica gli amici diventano via via l'unico ambito nel quale i due trovano dei punti di contatto e di comunanza. Con l'arrivo della routine si smette di essere curiosi degli interessi l'uno dell'altra: nella fatica quotidiana ci si assesta su una visione consueta del partner e non si cerca più di vedere nel suo mondo una fonte di novità e di arricchimento.

Non siete due, siete tre! Si tratta di strategie che prima o poi producono una crisi di coppia, perchè almeno uno dei due inizia a sentire la mancanza del giusto equilibrio fra vita condivisa e vita individuale, noncheè della qualità di entrambe.
Saper condividere - non all'inizio, quando l'entusiasmo occulta le difficolta, ma nel tempo - è infatti un'arte che richiede intelligenza e dedizione e che va applicata di volta in volta ai cambiamenti e alle situazioni che si presentano. Un'arte che, per funzionare, deve dedicarsi con uguale passione a tre ambiti: le due vite personali e quella di coppia.

Coltiva la complicità. I riti individuali e quelli condivisi, le passioni, gli interessi, dovrebbero trovare spazio adeguato, così da nutrire le diverse esigenze dei tre organismi presenti nella coppia: io, tu e noi due. Certo sappiamo tutti che gli impegni quotidiani soprattutto in una famiglia con figli, rendono impossibile soddisfare "tutto". Perciò è importante sapere quali sono le cose irrinunciabili, cioè indispensabili a far sentire vivi questi tre organismi, tutti da amare e proteggere allo stesso modo. Non è dunque solo questione di affinità, perchè l'affinità non basta: va coltivata e nutrita nel tempo. La vera affinità è la complice capacità di dividere e condividere.

LA GUIDA PRATICA
Non ritrovatevi solo nei doveri ma anche nei piaceri

  • Spazio al divertimento.
    A volte, nella routine quotidiana, si ha la sensazione di condividere solo perchè si affrontano insieme doveri e sofferenze. Ma la vera condivisione prevede anche la componente legata alle cose piacevoli. Senza questa tutto il resto non potrà che sembrare solo una gran fatica, che spingerà prima o poi verso una crisi
  • Ma tu sai cosa gli piace?
    Ci vogliono chiarezza e lealtà reciproche: spiegare cosa conta per ognuno, che cosa si ha voglia di fare insieme e cosa da soli, difendere o ricavare con determinazione i momenti di condivisione di interessi e piaceri. Può sembrare banale, ma la lucidità è l'unico modo di opporsi al potere della routine.
  • Invitare il partner.
    Quando uno dei due scopre, da solo, qualcosa che gli interessa o che lo avvince, potrebbe "invitare" il partner a vedere di cosa si tratta, farlo partecipare: magari piace anche a lui e potrebbe unire ancora di più la coppia, fornendole un nuovo entusiasmo. Ma ricordiamoci che si tratta di un invito, non di una forzatura.

(tratto da Riza n. 372/2012)

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