BENESSERE & DINTORNI

BLOG di TECNOLOGIE DI BENESSERE

NOI E LA NOSTRA MENTE

"Lavorare su se stessi": una frase tipica di chi vuole superare i propri disagi interiori. Ma in realtà li prolunga. Stare bene non vuol dire cercare le cause dei disagi, ma percepire e accogliere quel che accade.

consapevolezza

 Ne parliamo perchè raggiungere la consapevolezza significa fare le cose di sempre, ma mettendoci te stesso.

Il farmaco ? La consapevolezza.
E' la capacità di percepire e comprendere tutti gli aspetti di sè senza volerne fuggire o cambiare alcuni, vivendo cioè il proprio presente senza che la testa sia costantemente da un'latra parte, ancorata al passato o proiettata nel futuro.

Consapevolezza è la naturale capacità dell'uomo di acquisire maggiore conoscenza di sè e di ciò che gli accade. Ma attenzione a non cadere in un equivco pericoloso, in cui incorre spesso chi, magari spinto da un disagio psicologico come l'ansia o una lieve depressione, intraprende un percorso di crescita psicologica, o una psicoterapia, ma anche chi si appassiona a pratiche di matrice orientale, a corsi di vario tipo, a esperienze iniziatiche e a interessi per letture "profonde".

Sapere non è il punto. L'errore è confondere la consapevolezza con il "sapere tanto", anche tantissimo, di se stessi. La persona cioè accumula una grande conoscenza dei propri meccanismi interiori, delle cause che li hanno determinati, dei traumi che hanno segnato il suo destino, delle nevrosi che la boicottano, delle dinamiche familiari che la ingabbiano, delle tecniche per risolvere i problemi. Sa moltissimo, eppure tutto questo è inefficace, sembra non servire a cambiare davvero le cose, non riesce a renderla felice. Anzi, il suo conflitto interiore aumenta perchè ora c'è un dislivello maggiore tra ciò che sa e ciò che è.

Concentrati sul quotidiano. Essere consapevoli non implica tanto il "sapere razionale": la consapevolezza è un sapere legato al fare, all'agire; è una conoscenza che nasce per essere messa in atto in tempi brevi. Alcuni invece, senza accorgersene, si convincono che sapere aiuti automaticamente a cambiare e così restano immobili, ma con tante nozioni nella testa. Spesso la differenza tra sapere e cambiare non viene spiegata a sufficienza dalle figure di riferimento, cosa che accade ad esempio in non pochi percorsi psicanalitici. Veramente fondamentale, allora, è ricordarsi che non si è consapevoli di qualcosa fino a quando non la si comincia a vivere nei gesti di ogni giorno. Fino ad allor, è al massimo, solo una preparazione.

(tratto da Riza 368 2011)

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